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Gli errori grammaticali più diffusi in Italia sono abusati, oramai entrati nel lessico comune e trasformati in convinzioni infondate. Oggi 7 italiani su 10 – il 71% – commettono errori imbarazzanti nello scritto e nel parlato. Complice uno slang semplice, l’uso di parole straniere (spesso sbagliate) e l’abuso di internet che ha reso gli italiani quasi incapaci di utilizzare e formulare una frase corretta.

Da pultroppo ad un congiuntivo dimenticato, ecco quali sono gli errori grammaticali diffusi in Italia.

Errori grammaticali diffusi tra gli italiani

Il problema della grammatica italiana parte dalle elementari e da un abuso del web massivo. Tutto questo rende le persone – bambini e adulti – quasi del tutto incapaci di formulare una frase corretta, con la giusta coniugazione del verbo e struttura della frase.

Ma non solo, ci sono errori spesso banali evidenziati da un semplice apostrofo o da un accento. Tra gli errori maggiormente diffusi troviamo:

  • Qual è – Qual’è, il 76% degli italiani commette questo errore. L’apostrofo non ci vuole e si scrive senza, anche se sbagliare in questo caso è purtroppo facile;
  • Apostrofi, il 68% degli italiani non sanno dove mettere l’apostrofo, quando e perché utilizzarlo. La regola base è che questo nemico degli italiani vada inserito con tutte le parole femminili come un’amica. Le regole sono già scritte e basterà un piccolo ripasso per ritrovare l’armonia delle parole;
  • Congiuntivo, il 69% non lo usa e non lo conosce. Gli strafalcioni di uso comune sono oramai entrati a far parte del nostro linguaggio. “L’importante che hai fatto la spesa” è completamente sbagliato perché bisogna usare il congiuntivo, ovvero “L’importante è che tu abbia fatto la spesa”.

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Errori di grammatica italiana, usi a abusi

Usi e abusi portano a commettere i classici errori di grammatica italiana, tra studenti e adulti. Tra questi troviamo:

  • Pronomi, il 65% sbaglia l’uso di questi nemici. Femminile o maschile, plurale o singolare che siano devono essere associati nella maniera corretta: “Gli ho detto che è molto bella” diventa “Le ho detto che è molto bella”;
  • C o Q, il 58% degli italiani commette questo errore di distrazione che si trascina dai tempi delle elementari. Nella lingua parlata l’errore non si nota, ma nello scritto si può inciampare nel tranello. Scuola e non Squola – Evacuare e non Evaquare – Innocuo e non Innoquo, per fare un esempio;
  • Ne o Né, il 47% degli italiani commette questo errore in totale buon fede. L’accento si usa quando si usa come negazione, in caso contrario è senza l’accento: facile no?
  • La punteggiatura, per il 41% degli italiani è completamente sconosciuta o fin troppo utilizzata. Punti e virgole non sono degli amici che possono comparire a piacimento, bensì delle funzionalità chiamate a dare un senso logico alle frasi;
  • Po – Pò – Po’, la confusione è nella testa del 39% degli italiani che non sa dove e se mettere l’accento. In realtà la grafia corretta è un po’ perché la forma è risultato del troncamento;
  • Daccordo o d’accordo, un dilemma che coinvolge il 31% degli italiani. Un errore in buona fede con errata scrittura della parola. Come si scrive in maniera corretta? D’accordo!

Quello che viene chiesto è un minimo di attenzione, studio e ritorno ai grandi classici della grammatica italiana per non commettere più errori e strafalcioni.